Se sei alle prese con la stampa di un prodotto, sia esso un libro, un biglietto da visita o qualsiasi altro supporto, è importante e fondamentale che tu sappia cosa siano le sigle RGB e CMYK e perché, per la stampa, sono richiesti file con metodo colore CMYK. Esatto, ecco già il primo spoiler, si tratta di due metodi colore e indicano rispettivamente Red, Green, Blue e Cyan, Magenta, Yellow, Black.
La stampa in quadricromia e l'uso di spazi di colore come CMYK sono standard nell'industria della stampa, mentre RGB è comunemente utilizzato per la visualizzazione su schermi digitali come monitor e televisori.
Ci sono alcune ragioni chiave dietro questa differenza che è fondamentale capire.
RGB e CMYK sono spazi di colore differenti e sono progettati per scopi diversi. RGB è un modello di colore additivo, che significa che i colori vengono creati aggiungendo luce. Al contrario CMYK è un modello sottrattivo, in cui i colori si ottengono sottraendo luce (o assorbendo colori complementari).
La stampa utilizza inchiostri fisici su carta o altri materiali, mentre i dispositivi digitali come monitor utilizzano luci per emettere colore. I colori visualizzati su uno schermo RGB potrebbero non tradursi fedelmente quando stampati in CMYK a causa delle differenze nel modo in cui vengono generati i colori.
RGB ha una gamma di colore più ampia rispetto a CMYK. Ciò significa che ci sono colori che vengono visualizzati su uno schermo ma che non possono essere accuratamente riprodotti con inchiostri di stampa CMYK. Ecco perché quando si progetta per la stampa, è indispensabile lavorare direttamente in CMYK in modo ottenere risultati più prevedibili, altrimenti è sicuro che quel verde super acceso che hai inserito nel tuo file, diventi un tenero verde pastello a tua insaputa!
Questo vale per tutte le tipologie di immagini: vettoriali, fotografie, illustrazioni, tutte devono essere convertiti o creati da principio in quadricromia poiché la stampa in CMYK è ottimizzata per la produzione fisica di immagini su supporti come carta, cartone, ecc., mentre RGB è più adatto per la visualizzazione su schermi digitali.
Discorso un po’ a parte ma importantissimo è quello del nero.
È comune riscontrare variazioni nelle percentuali di nero tra le immagini e il nero utilizzato nell'impaginato. Queste differenze potrebbero non essere immediatamente evidenti sullo schermo, il che sottolinea l'importanza di controllare attentamente i valori cromatici del nero prima di procedere con la stampa (lo puoi fare con lo strumento contagocce oppure tenendo aperto il pannello Info) Questo approccio preventivo contribuisce a evitare possibili problemi legati alle differenze di tonalità di nero e assicura una resa stampata coesa e di alta qualità.
Tieni presente che il cosiddetto “nero pieno” ha percentuali di colore diverse: C 30 M 30 Y 0 K 100. Questo ti sarà utile qualora dovessi creare dei fondi molto scuri (pieni appunto) per le tue immagini.
Qualunque programma tu stia usando, fai attenzione che il testo sia sempre con le percentuali C 0 M 0 Y 0 K 100 il cosiddetto Nero Piatto. Non occorre “caricare” le altre percentuali, sarebbe un grosso errore perché daremmo al testo altri colori che non avranno lo scopo di scurire ma anzi, renderanno il nostro testo sbiadito, sgranato e con un mix di colori pessimo
Ad ogni modo, la somma delle percentuali colore del tuo impaginato non deve superare il 275% - fatta eccezione per il nero di registro che è sempre composto da C=100, M=100, Y=100, K=100, e, quindi, dal 400% di copertura degli inchiostri… tantissimo! Infatti questo colore viene usato unicamente per i segni di registro come i crocini, segni di taglio ecc. e non deve mai essere utilizzato per altri elementi grafici.
In conclusione, la gestione accurata dei colori nei file di stampa è fondamentale per ottenere risultati di alta qualità. Comprendere le differenze tra gli spazi di colore RGB e CMYK è cruciale, poiché ciascun modello è ottimizzato per scopi specifici, per tutto il resto… puoi contattare il nostro reparto grafico.